L'IMPORTANZA DEL GRAZIE

Thanks!

Grazie!
Una parola conosciuta in tutto il mondo. L'abbiamo sentita in tantissime lingue ed ha sempre (o quasi sempre?) un suono molto bello e positivo: THANKS! GRACIAS! MERCI'! DANKE! OBRIGADO! Questi sono solo alcuni esempi. Ho deciso oggi di parlarne per un altro motivo: il "grazie" sta morendo. Sì, lo credo davvero, nonostante io lo continui a sentire tutti i giorni. Ho fatto caso che da un po' di tempo (potrei dire come minimo un paio d'anni) la gente non ringrazia più o, quando lo fa, non lo fa davvero. Mi accorgo, voglio dire, che spesso le persone dicono questo "grazie" alla fine di una frase normalmente espressa nel modo del verbo imperativo (quantomeno nella maggior parte dei casi) oppure per mantenere quel minimo di relazioni sociali pur senza crederci davvero. Vi è mai capitato ad esempio di ringraziare qualcuno che non avete proprio in simpatia? Che credevate di dover ringraziare per un tornaconto personale? Per questioni lavorative? Tanto per non sembrare proprio scortesi o irriconoscenti? Magari no, però succede. Eccome. E' diventato un "dato per scontato", inserito sostituendo il punto al termine della frase. Non c'è phatos, ecco. C'è una dose di razionalità, quella sì, quando si trova, legata ad un'educazione elementare oppure all'opportunismo. Voi ringraziate?
Eppure, io penso, il ringraziamento sta alla base di tutto: per essere QUI, tanto per iniziare. Seduto al computer, scrivendo questo post per esempio. Potevo non esistere (difficile pensarci, nevvero?) Potevo non avere la possibilità di vedere la luce del sole, di ascoltare il suono dell'acqua che scorre, di parlare alla gente ma anche di assaporare i frutti della terra, di ascoltare una canzone o di cantare guidando. O di andare al supermercato e fare la spesa, comprando le cose che più mi piacciono. per usare un esempio banale (che banale non è). Abbiamo tutto e pensiamo alle mancanze. Possiamo "esserci", anche se mi direte che oggi le cose sono molto più difficili. Ci casco anche io molte volte, devo ammetterlo: dimenticarmi delle basi. GODERE L'ESPERIENZA DELLA VITA. Ho riflettuto e credo che molte persone, come me, si facciano prendere troppo dalle questioni pratiche e materiali, dimenticandosi che c'è molto altro. Non vuole essere il solito discorso da santone, penso veramente che ringraziare sia il primo gradino per stare bene. Cosa vi suscita ricevere un grazie davvero sentito? Provate a pensarci. Quando mi ringraziano e so che lo fanno con sentimento, qualcosa dentro di me risuona. Sento quasi sulla pelle non solo la parola ma quello che, più profondamente, l'accompagna. A mia volta, cerco di ringraziare sentitamente le persone quando lo ritengo opportuno. Non sempre ci riesco ma dire comunque un grazie non fa mai male. Non è necessaria tutta la devozione di questo mondo e tutta l'espressione del nostro essere (che con certezza riserviamo solo alle persone a noi più care); è quella reale cortesia che si differenzia da una non sentita e quasi obbligatoria gratitudine verso gli altri.
Che termine! Gratitudine. Da vocabolario, questa parola indica un sentimento ed una disposizione d’animo verso chi ci ha fatto del bene, per un beneficio ricevuto ed anche desiderio di poterlo ricambiare. La cosa interessante è che viene indicata anche come un sentimento più "intimo" e cordiale, una sincera e profonda manifestazione del nostro riconoscimento. Non sarà forse questa parte che non vogliamo trasmettere, mostrare, tenendola chiusa dentro lo scrigno che è in noi? Preferire un grazie simbolico, freddo, appena educato, piuttosto che mostrare la vera riconoscenza che nasce verso qualcuno? Il mostrare quel nostro lato più vero e sincero e donarlo, lasciandoci scoperti e vulnerabili? Molti di noi ne hanno paura, molti altri sono sopiti e hanno smesso di pensarci dando tutto per scontato e per dovuto. Ci siamo un poco addormentati, adagiati su questa mancanza di espressività. Magari ne riparlerò in futuro. Ciò che dico oggi è: ricordiamoci di ringraziare. Di essere riconoscenti, per questa vita di cui tanto ci lamentiamo ma che abbiamo la possibilità di vivere e, in qualche modo, di cambiare.
Il grazie è la prima sincera forma che abbiamo per mostrare chi siamo e per donare ad altri questa energia positiva. Non dimentichiamoci soprattutto che è virale! Un piccolo (grande) gesto può dare il via ad una lunga serie di altre piccole e grandi azioni. E questa vita magari potrebbe anche prendere un sapore diverso. Cosa ci frena dunque? Basta iniziare. E crederci.



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Commenti

  1. Tienes mucha razon gracias esta desapareciendo , porque para tantas personas sobre todo desconicidas el gracias es una obligacion no una educacion, pero entre amigos o conocidos el decir gracias, thanks , obrigado , danke, merci, hvala....e più un grazie di affetto ho educazione....mi piace segue interessantissimo quello che scrivi.....

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  2. Agradecer com o coração, não como uma obrigação. Agradecer as coisas mais simples da vida, como o fato de estar vivo, caminhar, ver, ouvir e falar. Agradeço, de verdade, o tempo que dedicou a escrever este artigo, pois foi muito bom lê-lo.

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    1. Grazie mille Fernanda! Per me è molto importante ricevere feedback e, soprattutto quando positivi, sono felice di vedere che ciò che scrivo è apprezzato.
      Alla portoghese: um abraço!

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